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Interview with Vincenzo Trani: Russian Crisis between risks and opportunities , "it's time to invest" (italian language)
12.01.2015
Mosca, 2 gen. (askanews) - Il rublo debolissimo, la recessione incipiente, il barile sempre più scontato e il peso delle sanzioni aprono un anno difficilissimo per la Russia. Anche perchè la possibilità che vengano rinnovate le misure decise dalla Ue contro Mosca per la crisi ucraina - in scadenza a marzo 2015 - sono tutt'altro che scongiurate. Tuttavia, per dirla con Henry Ford "solo chi non osa, non sbaglia" e la crisi può anche essere un'opportunità. Ne sa qualcosa il capo della General Invest, il banchiere Vincenzo Trani, considerato un'eminenza grigia in fatto di investimenti nell'ex spazio sovietico. La sua holding finanziaria gestisce ben al di sopra del miliardo di euro (asset under management) con 48 uffici in varie regioni di Russia, Bielorussia, Armenia e Moldova.

E Trani è anche l'unico italiano a sedere nel consiglio del Mir, un fondo russo che spinge lo sviluppo della piccola e media impresa. Il banchiere, riconosce che la situazione russa "rimane oggettivamente un po' volatile", e il rublo chiude l'anno con una "svalutazione significativa". Ma le opportunità di investimento, sottolinea, restano molte: "è il momento di considerare alcuni settori particolari" dice in un colloquio con askanews.

Senza dubbio quelli che hanno subito di più la crisi, sono i titoli bancari, "a partire da Sberbank e Vtb, e in generale le banche di stato sanzionate e sono sul mercato a prezzi notevolmente inferiori a quelli di prima" afferma Trani. "Per chi ad esempio ama i titoli a reddito fisso, oggi questi titoli permettono di portare a casa un utile importante, che rasenta il 20-22%, pur mantenendo rischi molto bassi: non va dimenticato che la Russia è il secondo produttore al mondo di petrolio e il primo di gas. E tenendo conto del prezzo del petrolio al momento a 56 dollari al barile, la Russia ha il costo di produzione più basso al mondo fatta eccezione per l'Arabia Saudita che estrae a 20 dollari al barile: Mosca estrae infatti a 40 dollari al barile".
Sulla Russia attualmente c'è molto allarme. Trani evidenzia che il Paese ha una certa stabilità e sicurezza per quanto riguarda i fondamentali, pur essendo oggetto di "una forte speculazione internazionale", che "crea sfiducia nell'investitore". Per chi è interessato "ad andare al di là delle apparenze, il Paese nasconde opportunità di investimento significative". Nell'economia reale, soprattutto, "opportunità che prima non c'erano per le nostre aziende italiane".

In particolare l'impianto di unità produttive oggi in Russia apre nuove prospettive. "In passato ci sono state diverse difficoltà di impianto, forse anche perchè non eravamo particolarmente attesi come è invece stato per francesi e tedeschi. Ma ora le regioni russe, gli organi locali, agevolano molto e rendono effettivamente interessanti luoghi come la Bashkiria o Tula o la stessa regione di Mosca, che offrono opportunità uniche all'investitore. Al di là di quelli che possono essere i vantaggi, come l'ottenimento dei terreni in comodato d'uso, ci sono interessanti opportunità con aziende medio-grandi, con cui ha senso fare joint venture per portare il componente innovazione. Questo darebbe un vantaggio notevole in termini di accesso al mercato, ovviamente non solo per oggi ma anche per domani". (segue)
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